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Ancora agli inizi degli anni Settanta, quando il Regolamento
Tecnico della Formula 1 ha introdotto le prime norme dimensionali e di
sicurezza, nessun costruttore disponeva di una Galleria del vento in scala
ridotta e quanto mai rari erano i «test» aerodinamici, con vetture in
grandezza naturale, nei pochissimi impianti esistenti in Europa.
Con il
modello in scala 1:5 ritratto qui a sinistra, tutto fatto in casa, quando il CAD-CAM era sconosciuto,
è stato possibile fare un po’ di luce sul Cx (coefficiente adimensionale di
resistenza aerodinamica) delle monoposto di Formula 1 dell’epoca. Grazie alla
combinazione di varie parti, è stato possibile confrontare le principali
configurazioni, dovute alle diverse larghezze delle fiancate, alle prese d’aria,
ai frontali e ai profili alari. Le prove sono state compiute nella Galleria del
vento del Politecnico di Torino. |
L’Ala 787
è stata provata, in scala 1:1, nella Galleria del vento Fiat a Orbassano,
Torino. Si è trattato di un’ala del tipo «Multi-Slot», ovvero con varie
fessure, formate da quattro elementi: una aletta «Handley-Page» sul bordo d’entrata,
una sezione principale, uno schema «Fowler» centrale e un normale «Flap». I
profili usati sono stati: Be 173-075 per le prime tre sezioni e Be
152-125 per l’aletta d’estremità. |
Sull’Alfa Romeo di Formula 1, l’Ala 811, qui
ritratta durante una delle consuete prove sulla pista di Balocco, ha presentato
un nuovo disegno di aletta anteriore, con speciale utilizzo, conseguente alla
bassa incidenza dell’intero corpo alare. In questo caso, i profili impiegati
sono stati: Be 183-125 e Be 152-155. In precedenza, questa ala
posteriore è stata provata, direttamente dall’Alfa Romeo-Autodelta, nella
Galleria Pininfarina. |
L’innovazione, per questa ala da Formula 1, in scala 1:2,
è celata all’interno della sezione principale ed è costituita da un
dispositivo di controllo dello strato-limite, in grado di aumentare
apprezzabilmente il coefficiente di deportanza Cz. La realizzazione del modello
di studio, in legno, con profili Be 183-167 e Be 152-155, si è
rivelata molto complessa, per esigenze di precisione, ed è stata finanziata
dalla Peugeot. La prova è stata compiuta nella vecchia Galleria del vento
Dallara, a Varano de’ Melegari, Parma.
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La caratteristica principale dell’Ala 745, con
profili Be 173-075 e Be 152-125, è quella della massima
estensione di utilizzo, dalla configurazione a bassissima resistenza, per le
piste più rapide, alla configurazione ad elevato carico aerodinamico, per i
circuiti relativamente lenti. Con regolazioni automatiche, attraverso un sistema
di guide, poste sugli schermi, il piccolo deflettore e tutta la parte anteriore
del «flap» rientrano nella sezione principale del profilo. Di qui, possono
essere estratti, anche con notevoli deflessioni, in un largo campo di efficienza
(rapporto tra i coefficienti Cz/Cx) del sistema, in funzione dell’incidenza
dell’intero gruppo.
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Basata sugli stessi principi della 745, l’Ala 744
mostra, in questa immagine, una configurazione di minima resistenza, con il
deflettore inserito nel corpo principale e con il «Flap» in grado di ripetere
i contorni dell’ala di base, con la sua massima efficienza aerodinamica. Da
questa configurazione iniziale, attraverso le guide, si possono compiere
infinite regolazioni micrometriche dei dispositivi d’estremità. |
Con l’Ala 731, studiata alla Galleria del vento del
Politecnico di Torino, per gentile concessione del Prof. Jarre, indimenticabile
direttore dell’Istituto di Aerodinamica-Gasdinamica, il concetto «Multi-Slot»
è stato applicato ad una dimensione relativamente ridotta della corda, allo
scopo di esplorare le massime incidenze sopportabili. I profili usati sono
stati: Be 153-055 e Be 153-105. Peculiarità del dispositivo, l’applicazione
di un leveraggio a ginocchio, per assicurare le corrette configurazioni, durante
la deflessione delle alette. |